Progetti

Il 4 febbraio 2018 si è tenuta l’Assemblea annuale dell’Associazione

Sono stati illustrati i progetti in corso e si sono raccolti pareri e disponibilità dei colleghi per il proseguimento dei progetti stessi.

Pozzallo e Migranti

per il terzo anno , da metà giugno al 30 settembre 2017 abbiamo fornito la nostra collaborazione all’Hot Spot di Pozzallo dove abbiamo accolto e assistito circa 4500 migranti. Il numero di migranti sbarcati si è ridotto rispetto agli anni precedenti( nel 2015 sono stati 5000 e nel 2016 7200)in quanto gli accordi del governo italiano con il governo libico hanno impedito che le partenze dalla Libia avessero flussi analoghi agli anni precedenti. Purtroppo, come noto, le condizioni di vita e di salute di chi viene bloccato in Libia e costretto nei campi libici sono molto critiche e la situazione è ben lontana da poter trovare una soluzione umanamente accettabile per le migliaia di persone che cercano una vita migliore.

Seguiremo l’evoluzione delle vicende internazionali, mantenendo la nostra disponibilità per eventuali interventi futuri.

Senegal: Orfanotrofio La Pouponnier De Mbour

Siamo stati contattati da una signora Senegalese che vive in Italia e si occupa di raccogliere vestiario e alimenti che periodicamente spedisce ad un orfanotrofio che si trova a Mbour, a circa 80 km da Dakar(www.lapouponnieredembour.org)

La struttura è organizzata in tre diverse unità:

La Pouponnier è una casa temporanea per i bambini lattanti che sono orfani o le cui madri non possono prendersi cura di loro

Le Unità familiari che accolgono i bambini dai 2 anni e mezzo

La Grande Enfance che accoglie bambini oltre i 6 anni

L’assistenza sanitaria è fornita da una figura di paramedico. Per consulenze pediatriche sono costretti a rivolgersi a strutture a pagamento.

Necessitano di latte in polvere, farmaci e finanziamenti per il sostentamento del Centro che si sostiene con le donazioni attraverso “Vivre Ensamble” fondata da Mme Michele Buron Millet, infermiera francese 

Il prossimo 17 marzo la dott.ssa Erica Solimbergo e la dott.ssa Maria Pellosio andranno a visitare l’Orfanotrofio e a verificare la possibile collaborazione: in programma la visita dei bambini ospiti e l’impostazione di protocolli diagnostico terapeutici per il personale paramedico locale.

 

Gennaio 2018: Bwoga-Gitega – Burundi

È iniziata la collaborazione con il Centre de Santè

L’intervento durerà circa 18 mesi, con l’attività coordinata dei pediatri e degli specialisti dell’adulto del nostro gruppo.

Ogni mese si alterneranno per periodi di due settimane i sanitari volontari, con l’obbiettivo di migliorare, per la competenza di ognuno, l’assistenza sanitaria erogata dal personale medico e paramedico del CDS, in accordo con la Direzione Sanitaria distrettuale.

Saranno coinvolti anche il centro per bambini disabili di Mutwenzi , e gli orfanotrofi di Mutwenzi di che accoglie i bimbi nati da madri morte di parto, e quello di Gitega che accoglie, in una sorta di casa famiglia, madri tossicodipendenti con figli o bimbi abbandonati da madri in difficoltà.

Le aree di intervento saranno quelle della pediatria clinica, della fisiatria e fisioterapia, della diagnostica ecografica, della cardiologia, della gastroenterologia e dell’endocrinologia dell’adulto.

Verrà supportata anche l’attività odontoiatrica già iniziata da un gruppo di colleghi italiani che , in accordo con l’Università di Bujumbura, hanno addestrato otto tecnici locali per le basi della terapia.

Progetto Pozzallo

Nell’ultimo anno le condizioni politico-sociali dei Paesi Subsahariani, dove normalmente operiamo, si sono rese più difficili e siamo stati consigliati e indotti, nostro malgrado, ad interrompere il nostro lavoro laggiù, per motivi di sicurezza. Speriamo si tratti di una fase transitoria, seppure questa è stato occasione per fare pensieri diversi da cui è nato il progetto Pozzallo.
L’inattività temporanea è, ai miei occhi, uno spreco di risorse e il problema dei migranti rappresenta un’emergenza umanitaria a cui sento si possa e si debba dare un contributo. Per Rafiki l’Africa si è avvicinata. Grazie alla disponibilità della Prefettura di Ragusa e dell’Azienda Sanitaria che con grande sollecitudine hanno affrontato con noi gli aspetti organizzativi, si è concretizzata la convenzione che ha permesso di iniziare la nostra collaborazione da fine luglio scorso. Abbiamo lavorato direttamente presso la banchina del porto per accogliere e selezionare i casi che potevano necessitare di ricovero ospedaliero, rispetto ad altri da seguire ambulatorialmente. Dopo lo sbarco la nostra attività è proseguita presso il CPSA (Centro di Prima Accoglienza) dove abbiamo fornito le cure e seguito i pazienti nei giorni successivi.

La forte emozione che ho provato in occasione del primo sbarco, a giugno, quando ero ancora solo ospite spettatrice, mi ha ulteriormente motivata così da coinvolgere in tempi molto brevi colleghi che hanno aderito al progetto. Non è stata impresa facile in considerazione del periodo estivo in cui abbiamo dovuto organizzare a casa il nostro lavoro e le sostituzioni dei colleghi in ferie, ma si è trattato di ostacoli superabili.

È, per tutti noi colleghi, un’esperienza di grande impatto sia sul piano umano che professionale. La fondamentale differenza tra l’esperienza a contatto con le popolazioni dei Paesi Subsahariani e quella con i migranti a Pozzallo, consiste sopratutto nell’atteggiamento diverso di queste persone: nei Paesi africani ho colto gratitudine per l’assistenza offerta,ma nello stesso tempo una sorta di arrendevole e talvolta passiva accettazione della propria condizione. I migranti, viceversa, comunicano la fortissima motivazione a cambiare la propria vita e la ricerca di cambiamento è perseguita con tutti i mezzi possibili.
Dal progetto Pozzallo è poi nata l’idea di poter trasmettere a quante più persone possibili la nostra
esperienza per fornire elementi che permettano di capire il fenomeno dell’immigrazione nei nei suoi aspetti umani ma anche socio-culturali. Durante i nostri periodi di lavoro al CPSA, il fotografo professionista Giovanni Nardi, ha seguito le varie fasi dell’accoglienza e le sue opere verranno esposte presso il Centro culturale Candiani, la mostra verrà inaugurata il 18 dicembre 2015 alle 18 e resterà aperta fino al 17 gennaio 2016.

Costituirà una testimonianza concreta che permetterà di vivere, attraverso le immagini, l’atmosfera che abbiamo vissuto nel corso del nostro lavoro e occasione per la nostra Associazione di rendersi ulteriormente visibili, poter trovare così ulteriori sostenitori per una attività di volontariato che intendiamo continuare a svolgere, nonostante le non poche difficoltà, sopratutto di ordine economico.

La Presidente
Maria Pellosio